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Mar 12, 2012

Nuova recensione di "Molochian" su Denti di Metallo



Un povero caruso, in questa Piazza Grande fatta di dischi metal che piovono come lacrime nell'ora di piangere deve davvero stare attento al lupo per non ritrovarsi tra le mani un pezzo zero di anidride solforosa.
E' morto Lucio Dalla. E vabbè, sono morti anche Ronnie James Dio, Chuck Schuldiner, Dimebag Darrel e dubludubà! Scusatemi dovevo farlo, sono sempre stato un gran fan della sigla di Lunedì Film, mi faceva impazzire quell'uccello (un volatile, brutti porci!) fatto con le pellicole ed animato in modo quasi stupefacente per i miei occhi di bambino dell'epoca. Poi dei film che davano ovviamente non ci capivo un cazzo (è un modo di dire, libidinosi sodomiti!), però quel dubludubà/ dip bap bu budludupà era fantastico, il miglior testo mai scritto da Dalla, del quale le altre canzoni non mi sono mai piaciute. Però vabbè, è morto un BIG della musica italiana, dopotutto in confronto a gente come D'alessio e la Pausini il vecchio Lucio era come i supremi Obituary paragonati a quelle checcastre dei Dragonforce. Perciò direi che è quasi un peccato, quando tutti questi vecchi tizi musicomani calceranno il secchio a chi lasceranno le redini della musica italiana?



Ah... Che paese di vecchi. Vecchiacci avvizziti dalle quali rughe partono orridi tentacoli che si avvolgono a qualsiasi speranza, stritolandola fino a rompere qualsiasi promessa fatta da una gioventù in fuga. Si piange per la morte di un grande, vissuto con la musica in un paese più libero e più propositivo, ma non si da peso alle vite di tanti piccoli giovani promettenti nella chiusa Italia di oggi. Moriranno forse inascoltati immeritatamente? Si infangheranno negli oblii più reconditi dei nostri lontani ricordi, coperti da una massa informe di ultravecchiaia? Loro, il motore del duemila che adesso addirittura pregano per poter passare un pomeriggio in ufficio, mentre prima uno si permetteva addirittura di ribellarsi! Non c'è più tempo per i ribelli, ormai per fare un uomo non basta più una ragazza e...

E va bene, la smetto di usare i titoli dei singoli di Dalla per scrivere, d'altronde ne avrò ascoltati due o tre di tutti questi. Non mi pare giusto e poi ragazzi basta parlare di robe vecchie, robe morte, robe sepolte! Su su, parliamo di qualcosa di giovane e fresco.
Parliamo dei Murder Therapy, un gruppo di Bologna che ultimamente ha tirato fuori un EP con i fiocchi. Questi ragassuoli avevano già fatto parlare di loro con il disco Symmetry of Delirium, del quale avevo potuto ascoltare solo qualche traccia e che mi pareva si orientasse su un death metal molto tecnico che mi ricordava un po' gli Odious Mortem e gli Spawn of Possession. Non sono mai stato un grandissimo fan di quel tipo di death, un po' troppo articolato per i miei gusti e devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso dal cambio di direzione preso dai Murder Therapy in Molochian, il loro EP.

Il mini-disco in questione è composto da quattro tracce, molto diverse tra loro, ma che comunque riescono a recapitare il messaggio della band che ci comunica un cambio di genere e di sonorità, lasciando il death ultratecnico per passare a qualcosa di più sperimentale e dissonante. La prima traccia dell'EP, Moloch, ci fa capire subito con cosa abbiamo a che fare. L'intro del pezzo rimanda agli ultimi Ulcerate, con accordi dissonanti e batterie tribali, ma qui non abbiamo di fronte una banale scopiazzatura del gruppo australiano, dopo questa intro il dio Moloch viene invocato da un grido che si estende su un riffone tecnico seguito da un blast in stile death, questo accompagnerà la prima parte del pezzo. In seguito le nostre sinopsi vengono devastate da vari accordi dissonanti, per poi andare su una parte quasi solo strumentale che si alterna tra riff rimbalzoni e blast beat , accompagnate da una voce di sottofondo. Davvero un bel viaggione. Sono rimasto colpito dalla capacità di mischiare accordi dissonanti a parti più death, cosa fatta davvero bene e che evidenzia il talento compositivo di questi giovini virgulti. Il secondo pezzo Unvacuity invece è una smazzata di tempi intricati che però mantiene sempre i suoni e le dissonanze scelte per la prima traccia. Si inizia con un suono di chitarra quasi da atmosfera spaziale, per poi andare sul primo riff che giocherà a ping pong con il vostro fegato, sballottandolo a destra e a sinistra con un tempo dispari di una certa follia. E cosa credete? Di potervi rilassare dopo? Siete delle schiappe, i Murder Therapy continuano con tempi truculenti e più storti di Quasimodo fino a quando un arpeggio aucustico che riprende il primo riff non ci da una tregua, prima di stenderci definitivamente con un gran riffone finale, un po' più diretto rispetto agli altri, ma sempre molto studiato dove è protagonista un sempre gradito doppio pedale. Alla strafacciaccia del bicarbonato di sodio! Si passa alla terza traccia, In Viscera, un po' meno intricata di Unvacuity, ma molto d'effetto. Si passa dalle dissonanze ad un riff martellato, dove un grido disperato, effettato come se provenisse da una radio rotta, ci accompagna fino ad un incredibile sequenza di chitarre che si intrecciano tra loro, mentre la batteria riesce a creare il groove giusto che poi si apre su un'altra follia in dispari. Viene lasciato anche un po' di spazio al basso, che ci introduce ad una parte più strumentale e tecnica del pezzo, la quale finisce con un riffone scuoti testa di grande impatto. L'EP si chiude infine con il pezzo Di Luci e Negazioni. Una strumentale di sette minuti, fatta da suoni che si mischiano tra di loro, seguiti da ritmi tribali in un crescendo dove poi si intromettono dei tom di batteria, un didjeridoo malato e dei suoni che sembrano provenire direttamente da Uaxuctum di Giacinto Scelsi. Davvero ben fatto, una scelta molto matura quella di inserire una traccia del genere in un EP, fa capire che questi ragazzi hanno voglia di sperimentare e che non hanno paura di farlo. Ho sempre adorato questi pezzi un po' ambient inseriti in dei contesti più tosti, quindi Di Luci e Negazioni non può fare altro che gustarmi oltremodo.
La tecnica strumentale nel disco è su livelli alti, i ragazzi qui non hanno certo problemi a passare da un tempo dispari all'altro, riuscendo comunque a farli quadrare in delle composizioni solide e compatte. Non ci si disperde in troppi arzigogolii tecnici e sebbene i tempi dispari siano usati largamente, ogni pezzo ha una sua anima ed identità. Onore al merito al suono delle chitarre, veramente azzeccato ed in grado di rappresentare perfettamente le nuove idee del gruppo. I chitarristi usano le loro conoscenze tecniche per costruire e non per lanciare mattoni a raffica che si perdono nel vuoto, e questa è una cosa che stimo sempre molto. Il lavoro di batteria è tentacolare, fossi nel batterista starei attento a nuotare troppo vicino agli scogli, qualcuno potrebbe scambiarlo per un polpo e mordergli la testa! Davvero un'ottima prestazione da parte del folle bacchettaio che si fa davvero sentire, riuscendo a trovare delle pregevoli soluzioni su dei giri di chitarra non certo facili da interpretare. Non posso fare a meno che menzionare l'ottimo uso della voce, che varia ed interpreta ogni pezzo in maniera diversa, su Moloch è un grido rabbioso, su Unvacuity si fa quasi growl, mentre su In Viscera diventa una narrazione soffocata da intermittenze. Particolare e studiato, spero che questa idea di uno stile vocale mutevole venga portata avanti perchè mi è davvero piaciuta. Inoltre ho come avuto l'impressione che la voce si vada progressivamente spegnendo durante il disco, parte con rabbia in Moloch, quasi si spegne su In Viscera ed infine è totalmente assente in Di Luci e Negazioni, come ingoiata da un Io più profondo che non ha bisogno di parole per esprimersi e dopo questa mia terribile intelletualata, posso anche prendermi a ceffoni da solo, spero solo di avere le mani troppo stanche alla fine di questa recensione per farlo o mi farò male seriamente. Scherzi a parte e La sai l'ultima, gli unici difetti dell'EP sono la produzione che purtroppo risulta essere un po' dispersiva nei suoni, sopratutto in quelli della batteria, facendo suonare alcuni colpi sui piatti come se fossero stati fatti in lontananza, e poi le chitarre un po' troppo altine che ogni tanto sovrastano il resto, specialmente il povero basso che comunque fa del suo per farsi sentire e per dare un buon contributo al muro di suono creato nei riff più solidi. Sicuramente una migliore distribuzione dei suoni avrebbe giovato al prodotto, ma mi rendo conto che non è sempre facile.

Tralasciando le mie solite lamentele sulle produzioni e le mie rivendicazioni dei diritti dei bassisti (e non sono neanche un bassista...), questo Molochian è un lavoro che deve essere ascoltato. I Murder Therapy qui vogliono proporre un nuovo suono, prendendo spunto dai gruppi più d'avanguardia della scena, personalizzandolo con le proprie idee. Qui c'è qualcosa di nuovo che potrebbe svilupparsi in un concetto ancora più particolare e personale. Il metal in Italia, salvo poche eccezioni da me ascoltate come i grandissimi Ephel Duath, gli Egomass, i recenti Furyu o gli ultimi Bleed Someone Dry, è sempre stato nel circolo felice della vecchia scuola o delle imitazioni sputate. Francamente ogni volta che sento un gruppo nostrano proporre qualcosa di nuovo, di personale e di studiato sono felice. Un EP come Molochian è uno di quei lavori che mi danno speranza, speranza in un futuro un po' più roseo per questo difficile genere in questo nostro sgangherato stivalone. E' da apprezzare la volontà del gruppo di cambiare, di mutare e di crescere, cosa che molti temono per paura di perdere gli aficionados dei vecchi lavori. Il metal è una musica giovane, una forma di vita che deve evolversi altrimenti non può sopravvivere. Forse è per questo motivo che il metal, a differenza di tanti altri generi di nicchia, sta continuando nel suo piccolo a crescere. Questa evoluzione che sfida le leggi ed i canoni imposti dalla comunità, continuando a mutare le proprie forme per sopravvivere in un ambiente ostile. D'altronde per citare Dalla: non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti. Ah no aspetta... Quello era Darwin. Vabbè comunque avete capito il senso e con questo non voglio dire che i Murder Therapy non siano forti o intelligenti, ma che ci hanno mostrato di sapersi evolvere e sono sicuro che lo faranno ancora. Potete scaricare Moloch direttamente dal loro sito http://murdertherapy.bandcamp.com mentre si attende il loro nuovo LP.

Supportate la scena ed aprite bene le orecchie.

Voto:

8,5 più un gigante ed una bambina (ciao Lucio!)

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